Xunzi

Ritratto di Xunzi di autore ignoto. Palace Museum, Pechino. Pubblico dominio.

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Xunzi  (Hsün Tzu, 荀子) nacque nel nord della Cina intorno al 313 a.e.v., e fu dunque contemporaneo di Mencio, che è uno dei suoi bersagli polemici. Frequentò la prestigiosa accademia di Jixia, nello stato centrale di Qi, nella quale convenivano letterati da tutta la Cina. Venne poi nominato magistrato in uno stato del sud della Cina. A suo nome resta un trattato corposo di trentadue capitoli, organizzati non in forma dialogica o aforistica, ma con una serie di trattazioni sistematiche di temi che vanno dalla cosmologia alla filosofia del linguaggio. Benché si ponga nella linea del pensiero confuciano, per il suo carattere realistico il suo pensiero è stato spesso ricondotto alla scuola dei Legisti.

La natura umana

Al centro del pensiero di Xunzi c’è un ripensamento della natura umana, in aperta opposizione all’ottimismo di Mencio. La natura umana è malvagia è il titolo del ventitreesimo capitolo dello Xunzi. La tesi non è, come si potrebbe credere, che l’uomo sia condannato ad essere malvagio. Xunzi coglie invece la tensione tra natura e cultura. Per natura l’essere umano è desiderante, e il desiderio lo spinge a cercare di ottenere sempre più beni, sempre più guadagni, entrando in questo modo inevitabilmente in conflitto con gli altri. Se si abbandonasse senz’altro a questa tendenza naturale, l’essere umano sarebbe feroce e pericoloso per tutti i suoi simili. Ma c’è anche la capacità di plasmare questa natura, di limitarla e ricondurla all’ordine, ed è in questa azione della cultura che Xunzi ripone la sua fiducia.

La qualità umana che gli consente di affrancarsi dall’elemento naturale e di divenire morale è il discernimento. L’essere umano è condizionato dalla sua natura passionale ed emotiva, ma ha anche la possibilità di distanziarsi da essa e di scegliere liberamente quali passioni seguire e quali no, a quali dare il proprio assenso e quali combattere. L’essere umano non è solo istintivo, ma possiede una qualità razionale che gli consente di allontanarsi dalla sua natura passionale e dunque violenta e di costituirsi come persona morale e sociale.

È per questo che Xunzi, nonostante il suo pessimismo sulla sua natura, può affermare la dignità dell’essere umano. Nella specie umana giungono a compimento caratteristiche di ogni essere vivente. Tutti i viventi hanno l’energia vitale; gli animali hanno anche la coscienza; l’essere umano ha anche la capacità morale. Per questo, pur essendo fisicamente inferiore a molti animali, l’essere umano è in grado di costruire società organizzate in modo complesso. Tali società, secondo Xunzi, possono sussistere solo su una base di rigido classismo. La società è concepita da Xunzi come un grande organismo che funziona se le sue parti sono in armonia e se ognuna occupa il posto che le è destinato.

Il Cielo

Mencio ha avviato una umanizzazione del Cielo, legandolo alle scelte morali dell’essere umano, di cui diventa il fondamento metafisico; Xunzi invece distingue rigorosamente l’ambito umano del modo di procedere del Cielo. Il Cielo è distante e indifferente alle faccende umane, non si lascia piegare dalle preghiere o dalle cerimonie umane, che hanno un senso solo per il loro valore estetico, non certo per gli effetti che producono sulla natura o nel modellare il corso degli eventi. Questo non vuol dire che i riti per Xunzi abbiano poca importanza. Al contrario: essi sono fondamentali per creare equilibrio sociale e combattere il disordine che scaturirebbe se i desideri e le pulsioni naturali dell’essere umano non venissero disciplinati socialmente.

La rettifica dei nomi

Xunzi non manca di affrontare la questione, propriamente confuciana, della mancata corrispondenza tra i nomi e le cose con la conseguente necessità di una rettifica dei nomi. Per Xunzi non esiste alcun rapporto necessario tra i nomi e le cose che indicano. I nomi sono convenzioni, ma esattamente come i riti hanno una funzione fondamentale nella creazione dell’ordine sociale. La questione fondamentale in Xunzi non è quella di adeguare il comportamento dei membri della società affinché corrispondano al nome che li designa (fare in modo che un padre si comporti in modo perfettamente aderente a ciò che indica il nome, ad esempio), quanto quella di usare i nomi in modo preciso ed efficace, rispettando le convenzioni ed evitando paralogismi e fallacie definitorie.

Bibliografia essenziale

Testi

The Works of Hsuntze, translated by Homer H. Dubs, Arthur Probsthain, London 1928.

Knoblock, John, Xunzi. A translation and study of the complete works , Stanford University Press, Stanford 1988, 3 voll.

Studi

Arena, L. Vittorio, La filosofia cinese. Da Confucio a Mao Tse-Tung, Rizzoli, Milano 2000.

Bo Mou (ed)., History of chinese philosophy, Routledge, Abingdon-New York 2009.

Cheng, Anne, Storia del pensiero cinese, tr. it., Einaudi, Torino 2000, 2 voll. Fung Yu-

Fung-Yu Lan, A history of chinese philosophy, Princeton University Press, Princeton 1952.

Bo Mou (ed)., History of chinese philosophy, Routledge, Abingdon-New York 2009.

Cheng, Anne, Storia del pensiero cinese, tr. it., Einaudi, Torino 2000, 2 voll. Fung Yu-

Fung-Yu Lan, A history of chinese philosophy, Princeton University Press, Princeton 1952.

Testi

La natura umana è cattiva
Il Cielo
La dignità dell'essere umano

 

Testo di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.