La natura umana è cattiva

[Xunzi]

 

Nel ventitreesimo capitolo dello Xunzi, intitolato La natura umana è cattiva, il filosofo cinese argomenta appunto questa tesi, opposta a quella di Mencio.

 

La natura umana è cattiva; la bontà è acquisita solo attraverso l’addestramento. La natura originaria dell’uomo consiste nel cercare di ottenere guadagni. Se questo desiderio è assecondato, ne conseguono conflitto e rapacità ed è distrutta ogni cortesia. L’uomo è originariamente invidioso e odia gli altri. Se queste tendenze sono assecondate, ne seguono violenza e distruzione; la lealtà e la fedeltà sono distrutte. L’uomo possiede originariamente i desideri delle orecchie e degli occhi; ama gli elogi e la lussuria. Se essi sono assecondati, ne seguono impurità e disordine e le regole di condotta (Li) e giustizia (Yi) e retto comportamento sono distrutte. Quindi rinforzare la natura originaria dell’uomo, assecondare i suoi sentimenti, inevitabilmente conduce a conflitto e rapacità, insieme alla violazione delle regole di comportamento e alla confusione riguardo al modo corretto di fare le cose, e conduce a uno stato di violenza. Quindi l’influenza civilizzatrice dell’insegnante e delle leggi, la guida dei riti (Li) e della giustizia (Yi) è assolutamente necessaria. Allora si ha la cortesia; le regole di comportamento pubblico e privato sono osservate e ne consegue un buon governo. Per questo è evidente che la natura umana è cattiva e il bene è acquisito.

Il legno storto ha bisogno di essere lavorato con il vapore e piegato, per adattarsi agli strumenti del carpentiere; solo allora è dritto. Il metallo grezzo ha bisogno di essere molato e solo allora diventa lucido. La natura originaria dell’uomo è cattiva e per questo ha bisogno di essere sottoposta all’istruzione degli insegnanti e alle leggi, e solo allora sarà corretta. C’è bisogno dei riti (Li) e della giustizia (Yi) e solo allora ci sarà un buon governo. Ma oggi l’uomo è senza bravi insegnanti e senza leggi; è egoista, vizioso e ingiusto. Non ha i riti (Li) e la giustizia (Yi) e per questo ci sono ribellione, disordine e cattivo governo.

 

The Works of Hsuntze, translated by Homer H. Dubs, Arthur Probsthain, London 1928, pp. 301-302. Traduzione italiana di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.