La cura di sé è cura dell'altro

[Il Buddha]

 

In questo sutta il Buddha ricorre ad un apologo per insegnare che la cura di sé, intesa soprattutto come meditazione, è al tempo stesso cura dell’altro.

 

Un tempo il Buddha soggiornava nella terra dei Sumba, vicino alla città dei Sumba chiamata Sedaka. Lì il Buddha si rivolse ai monaci:

“C’era una volta, monaci, un saltimbanco che innalzò il suo palo di bambù e disse alla sua apprendista Medakathālikā: ‘Vieni ora, cara Medakathālikā, sali sul palo di bambù e mettiti sulle mie spalle’.

“Sì, maestro”, rispose. Si arrampicò sul palo di bambù e si mise sulle spalle del suo maestro.

Poi l’acrobata disse a Medakathālikā: “Tu prenditi cura1 di me, cara Medakathālikā, e io mi prenderò cura di te”. Così, facendo attenzione e prendendoci cura l’uno dell’altro, mostreremo la nostra abilità, riscuoteremo il nostro compenso e scenderemo sani e salvi dal palo di bambù”.

Quando disse questo, Medakathālikā rispose al suo maestro: “Non è così, maestro! Tu dovresti prenderti cura di te stesso e io mi prenderò cura di me stessa. È così che, facendo attenzione e prendendoci cura di noi stessi, mostreremo la nostra abilità, raccoglieremo il nostro compenso e scenderemo sani e salvi dal palo di bambù”.

“Questo è il giusto metodo”, disse il Buddha. “È proprio come disse Medakathālikā al suo maestro. Pensando ‘mi prenderò cura di me stesso’, dovreste coltivare la meditazione2. Pensando ‘mi prenderò cura degli altri’, dovreste coltivare la meditazione. Se ti occupi di te stesso, ti occupi degli altri; e se ti occupi degli altri, ti occupi di te stesso.

E come ci si prende cura degli altri prendendosi cura di sé stessi? Attraverso lo sviluppo, la coltivazione e la pratica della meditazione. E come ci si prende cura di sé stessi prendendosi cura degli altri? Con la pazienza, il non fare violenza, con un cuore amorevole (mettacitta) e la simpatia3.

Pensando “mi prenderò cura di me stesso”, dovreste coltivare la meditazione. Pensando “mi prenderò cura degli altri”, dovreste coltivare la meditazione. Se ci si prende cura di sé stessi, ci si prende cura degli altri; e se ci si prende cura degli altri, ci si prende cura di sé stessi”.

1 Il verbo usato è rakkhati_, che include il guardare, preservare, proteggere.
2 Il termine è satipaṭṭhāna, che indica le tecniche della meditazione vipassanā.
3 Anudayatā: in generale una disposizione d’animo favorevole verso gli altri.

Sedakasutta, Saṁyutta Nikāya, 47.19. Tradizione di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.