Personalità di Confucio
[Confucio]
Il Maestro disse: “Sono forse in possesso della conoscenza (知, zhī)? Non sono sapiente. Ma se una persona meschina, che sembra piuttosto vuota, mi chiede qualcosa, io la espongo da un capo all’altro e la esaurisco.” (9, 8).1
Il Maestro ha detto: “A quindici anni, avevo la mente rivolta all'apprendimento. A trent’anni, ero fermo. A quaranta non avevo dubbi. A cinquanta conoscevo i decreti del Cielo. A sessant’anni, il mio orecchio era un organo obbediente per la ricezione della verità. A settant’anni, potevo seguire ciò che il mio cuore desiderava, senza trasgredire ciò che era giusto”. (2.4)
Il Maestro disse: “Con del riso grossolano da mangiare, con dell’acqua da bere e il mio braccio piegato come cuscino, ho ancora gioia in mezzo a queste cose. Le ricchezze e gli onori acquisiti con l’ingiustizia sono per me come una nuvola galleggiante”. (7.16)
Il Maestro disse: “Quando cammino con altre due persone, esse possono servirmi come maestri. Sceglierò le loro buone qualità e le seguirò, le loro cattive qualità e le eviterò”. (7.22)
Gli argomenti su cui il Maestro non parlava erano: cose straordinarie, atti di forza, disordini ed esseri spirituali. (7.21)
Il Maestro disse: “Ci sono persone che agiscono senza sapere perché. Io non lo faccio. Ascolto molto, seleziono ciò che è buono e lo seguirlo; vedo molto e tengo a mente: questo è il secondo tipo di conoscenza”. (7-28)
Il Maestro disse: “Nello studio dei testi sono forse uguale agli altri uomini, ma il carattere dell’uomo superiore, che attua nella sua condotta ciò che professa, è ciò che non ho ancora raggiunto”. (7.33)
Note
1 Tiziana Lippiello traduce “che sembra piuttosto vuota” con “la mia mente si libera”. ↩
Traduzione di Antonio Vigilante dalla versione inglese di James Legge (The chinese classics, Trubner, London-Hong Kong 1861, vol. I) rivista sulla base del testo cinese pubblicato nel Chinese Text Project (https://ctext.org/mozi). Licenza CC BY-SA 4.0 International.