L'azione dell'intelletto

Nella parte iniziale dell’Analitica trascendentale Kant analizza la funzione dell’intelletto. A differenza della sensibilità, esso non ha un carattere intuitivo e non è recettivo, bensì attivo. La sua attività consiste nell’ordinare la rappresentazioni sotto una rappresentazione comune. L’attività dell’intelletto è essenzialmente quella di giudicare; non c’è uso dei concetti se non nel giudizio.

L‘intelletto (Verstand) è stato spiegato in precedenza solo negativamente: come una facoltà conoscitiva non sensibile. Ora, indipendentemente dalla sensibilità, non possiamo essere partecipi di nessuna intuizione (Anschauung). Pertanto, l‘intelletto non è una facoltà intuitiva. Ma non c'è altra via di conoscenza se non quella dei concetti. Quindi la conoscenza di ogni intelletto, almeno di quello umano, è una conoscenza attraverso concetti, non intuitiva, ma discorsiva. Tutte le intuizioni, in quanto sensibili, si basano sulle affezioni (Affektionen); i concetti quindi sulle funzioni (Funktionen). Per funzione intendo l'unità dell'azione di ordinare rappresentazioni diverse sotto una rappresentazione comune. I concetti, quindi, si basano sulla spontaneità del pensiero, così come le impressioni sensoriali si basano sulla ricettività delle impressioni. [a] La mente non può fare altro uso di questi concetti che giudicare in base ad essi. Poiché nessuna rappresentazione si dirige direttamente all'oggetto, ma lo fa solo l'intuizione, un concetto non è mai direttamente collegato a un oggetto, ma a qualche altra rappresentazione di esso (sia essa un'intuizione o già un concetto).[b] Il giudizio, quindi, è la conoscenza indiretta di un oggetto, quindi la rappresentazione di una rappresentazione di esso. In ogni giudizio c'è un concetto che si applica a molti, e tra di essi comprende anche una data rappresentazione, che è poi direttamente collegata all'oggetto. Così, ad esempio, nel giudizio: tutti i corpi sono divisibili, il concetto di divisibile si riferisce a vari altri concetti; ma tra questi è qui riferito soprattutto al concetto di corpo, che a sua volta si riferisce a certi fenomeni che ci si presentano.[c] Questi oggetti sono quindi rappresentati indirettamente dal concetto di divisibilità. Di conseguenza, tutti i giudizi sono funzioni dell'unità tra le nostre rappresentazioni, poiché invece di una rappresentazione immediata, una rappresentazione superiore, che include sotto di sé essa e molte altre, è usata per la conoscenza dell'oggetto, e molte conoscenze possibili sono così riunite in una sola. Ma possiamo ricondurre tutte le azioni dell'intelletto ai giudizi, così che l'intelletto può essere immaginato come la facoltà di giudicare. Infatti, secondo quanto detto sopra, esso è facoltà di pensare. Il pensiero è conoscenza attraverso i concetti. Ma i concetti, in quanto predicati di giudizi possibili, si riferiscono a una rappresentazione di un oggetto ancora indeterminato. Così il concetto di corpo significa qualcosa, ad esempio un metallo, che può essere conosciuto attraverso quel concetto. È un concetto, quindi, solo in quanto contiene altre rappresentazioni attraverso le quali può riferirsi agli oggetti. È quindi il predicato di un giudizio possibile, ad esempio: ogni metallo è un corpo. Le funzioni dell’intelletto si possono quindi trovare tutte, se si rappresentano in modo compiuto le funzioni dell'unità nei giudizi.[d]

Immanuel Kant, Kritik der reinen Vernunft. Zweite hin und wieder verbesserte Auflage (1787) [Critica della ragion pura, seconda edizione], B93-94. Traduzione di Antonio Vigilante. Licenza CC BY 4.0.

a. La sensibilità è passiva, perché riceve le impressioni dai sensi. L’intelletto invece è attivo e spontaneo.
b. I concetti quindi non pensano mai direttamente un oggetto, ma innestano sempre sulla intuizione sensibile di quell’oggetto.
c. Dunque il concetto di divisibile rimanda, in questo caso, al concetto di corpo, che a sua volta rimanda all’intuizione sensibile di un corpo concreto.
d. Poiché la funzione dell’intelletto consiste nel giudicare – e giudicando unificare le rappresentazioni – allora per analizzare l’intelletto occorre considerare in quali e quanti modi noi giudichiamo.

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