"Tutti tremano davanti al bastone"

[Il Buddha]

 

Il Dhammapada è uno dei testi più venerati del Canone buddhista. In questo capitolo, intitolato Il bastone, si afferma il valore di qualsiasi forma di vita. Nella seconda parte si tratteggia il profilo del saggio buddhista come colui che è in grado di dominare sé stesso e le proprie pulsioni violente.

 

Tutti tremano davanti al bastone,
tutti temono la morte.
Considerando gli altri come te stesso
non uccidere né incitare a uccidere.

Tutti tremano davanti al bastone,
tutti amano la vita.
Considerando gli altri come te stesso
non uccidere né incitare a uccidere.

Le creature amano la felicità
se le ferisci con un bastone
per cercare la tua felicità
dopo la morte non troverai la felicità.

Le creature amano la felicità
se non le ferisci con un bastone
per cercare la tua felicità
dopo la morte troverai la felicità.

Non parlare con asprezza
gli altri ti risponderanno allo stesso modo.
Perché la parola aggressiva porta sofferenza
e il bastone lanciato torna indietro.

Se smetterai di vibrare
come un gong spezzato,
avrai raggiunto il nibbāna
senza più agitazione.

Come un mandriano guida le mucche
al pascolo con il bastone,
così anche la vecchiaia e la morte
guidano gli esseri viventi.

Lo stolto non è consapevole
quando fa del male.
La persona stupida è tormentata dalle sue azioni
come se fosse bruciata dal fuoco.

Colui che attacca con un bastone
chi è indifeso e innocente
cade rapidamente
in uno dei dieci stati negativi:

il dolore, la perdita delle sue proprietà
la disgregazione del corpo
la malattia grave
lo squilibrio mentale

la persecuzione da parte dei governanti
accuse feroci
perdita di parenti
la distruzione delle ricchezze

oppure la sua casa sarà consumata dal fuoco.
Quando il suo corpo sarà distrutto
lo sciocco rinascerà in un inferno.

Né la nudità, né i capelli intrecciati, né il fango,
né il digiuno, né il giacere sulla terra nuda,
né indossare polvere e sporcizia, né accovacciarsi sui talloni,
purificheranno un mortale non libero dal desiderio. 1

Colui che è vestito in modo accurato, se vive in modo pacifico
dominando sé stesso, seguendo una vita casta
avendo messo da parte la violenza verso tutte le creature
è da considerare un bramino, un asceta, un mendicante.

È possibile trovare un uomo trattenuto dalla sua coscienza
che sappia evitare la colpa
come un buon cavallo la frusta?

Sii come un buon cavallo sotto la frusta,
strenuo e vigile.
Abbandonerai questa grande sofferenza
grazie alla fede [nel Dharma], alla virtù, all’applicazione energica
dotato di conoscenza e buon comportamento, consapevole.

Gli irrigatori incanalano
l’acqua i fabbri modellano le frecce
i falegnami intagliano il legno
coloro che seguono i precetti domano sé stessi. 2

1 Traduco così il pali kaṅkhā, che può significare anche dubbio.
2 La traduzione “i saggi domani sé stessi” è sicuramente più suggestiva. Il termine pali subbatā, che traduco con “coloro che seguono i precetti”, è formato dal prefisso su-, bene, e dalla parola vata, precetti o doveri religiosi.

Dhammapada, cap. 8, vv. 129-144. Traduzione di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.