Due origini della filosofia

[Le origini della filosofia in Grecia]

Dopo aver rivendicato il carattere greco della filosofia, Diogene Laerzio ne indica le origini in Pitagora da un lato e nella scuola di Talete dall’altro.

Ma il primo a usare questo termine e a definirsi filosofo o amante della sapienza fu Pitagora; perché, diceva, nessun uomo è sapiente, ma solo Dio. Eraclide del Ponto, nel suo Sulla donna esanime, lo fa dire a Sicione in una conversazione con Leonte, che era il principe di quella città o di Fliunte. Ben presto questo studio fu chiamato sapienza e chi lo professava saggio, per indicare il raggiungimento della perfezione dell’anima, mentre lo studente che lo intraprendeva era un filosofo o un amante della sapienza. Sofisti era un altro nome per i saggi, e non solo per i filosofi ma anche per i poeti. Così Cratino, quando elogia Omero ed Esiodo nei suoi Archilochi, dà loro il titolo di sofisti.

Gli uomini che erano comunemente considerati saggi erano i seguenti: Talete, Solone, Periandro, Cleobulo, Chilone, Biante, Pittaco. A questi si aggiungono Anacarsi lo Scita, Misone di Chene, Ferecide di Siro, Epimenide il cretese; e da alcuni anche Pisistrato il tiranno. Questo per quanto riguarda i saggi o i sapienti.

Ma la filosofia, la ricerca della saggezza, ha avuto una duplice origine; è iniziata con Anassimandro da un lato, con Pitagora dall’altro. Il primo fu allievo di Talete, mentre Pitagora fu istruito da Ferecide. La prima scuola fu chiamata ionica, perché Talete, milesiano e quindi ionico, istruì Anassimandro; l’altra scuola fu chiamata italica da Pitagora, che lavorò per lo più in Italia.

Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei filosofi illustri, Libro I, 12-16. Traduzione di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.