Cos'è la filosofia (e perché non è solo occidentale)

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La filosofia e le sue domande 

Definire la filosofia non è un’impresa semplice. Qualsiasi campo del sapere si occupa di un oggetto ben definito e lo fa con un suo metodo ben preciso. Le scienze della natura si occupano, appunto, della natura nei suoi diversi aspetti – indagati da scienze particolari: la botanica, la geologia eccetera – e lo fanno ricorrendo al metodo scientifico, fondato sull’osservazione e l’esperimento; le scienze umane, come la sociologia o l’antropologia culturale, si occupano della realtà umana, con un metodo diverso da quello sperimentale, ma con caratteristiche ben precise (l’uso delle statistiche, l’osservazione partecipante, il ricorso alle storie di vita ecc.). Nel caso della filosofia, sia il campo che il metodo sembrano essere sfuggenti. La filosofia si occupa di molte cose, e lo ha fatto e lo fa in modi diversi. E tuttavia ha una sua precisa identità, che la distingue da qualsiasi altro campo del sapere.

Consideriamo alcune domande. Cos’è l’essere? Che differenza c’è tra l’essere e il nulla? Perché esiste l’essere e non piuttosto il nulla? Sono domande che prima o poi investono chiunque, ed hanno una caratteristica: non riguardano questa o quella cosa (questo o quell’ente, in linguaggio filosofico), ma la totalità della realtà. Si tratta di una domanda radicale, di cui non si occupa nessuna scienza particolare. Questa domanda è al centro della filosofia, o meglio della sua branca fondamentale: l’ontologia (o metafisica), che è appunto lo studio dell’essere.

Una seconda domanda alla quale non è possibile sfuggire è quella riguardo al bene. Nella nostra vita quotidiana ci troviamo di continuo a fare delle scelte. E quando scegliamo, possiamo fare la cosa giusta o sbagliare, possiamo fare il bene e il male. Ma cos’è il bene? Che differenza c’è tra bene e male? Quale è il modo migliore di vivere? Cosa vuol dire vivere bene? Queste domande, molto concrete, sono l’oggetto di una seconda branca importante della filosofia: l’etica o filosofia morale.

Tra le cose che rendono una vita degna di essere vissuta c’è senz’altro l’arte e la bellezza. Ma cos’è la bellezza? Perché alcune cose ci sembrano belle e altre no? Esiste un bello valido per tutti, o ognuno ha la sua visione del bello? Quale funzione ha l’arte? Perché siamo così attratti, ad esempio, dalle cose terribili che avvengono in una rappresentazione teatrale o in un film? Queste sono le domande dell’estetica, la branca della filosofia che si occupa della bellezza e dell’arte.

Altre branche fondamentali della filosofia sono la gnoseologia, l’epistemologia, l’antropologia e la filosofia politica. La gnoseologia o teoria della conoscenza studia il modo in cui avviene la nostra conoscenza del mondo (il ruolo dei sensi, ad esempio, e il passaggio da essi al pensiero), mentre l’epistemologia si occupa di quel tipo particolare di conoscenza che è la scienza, fissando anche i criteri per distinguere una teoria scientifica da una che non lo è. L’antropologia filosofica (da non confondere con l’antropologia culturale) si interroga sull’essere umano, sulla sua natura (o sull’esistenza stessa di una natura), sul suo essere naturalmente buono o corrotto, sulla sua libertà, sulla sua razionalità o passionalità. Si tratta di questioni importanti, le cui risposte condizionano sia l’etica che la filosofia politica. Quest’ultima si occupa delle organizzazioni politiche, da un lato studiando il loro funzionamento, dall’altro interrogandosi sul sistema politico ideale e sulle vie per realizzarlo.

Un discorso a parte merita la logica. Essa è una branca della filosofia e al tempo stesso ne è uno strumento fondamentale. Si tratta della disciplina che studia il ragionamento corretto, individuando i principi che occorre seguire per giungere a conclusioni valide e dunque vere. Ognuno di noi sa, ad esempio, che in un ragionamento non deve contraddirsi; questa è una delle regole logiche di base. Una teoria filosofica è caratterizzata in genere da un uso molto raffinato della logica e quindi da ragionamenti complessi, che possono a un primo sguardo anche sembrare astrusi e lontani dall’esperienza, ma che è possibile districare analizzando con attenzione i diversi passaggi.

Filosofia e religione 

Alcune delle cose di cui si occupa la filosofia sono anche di competenza della religione. Ogni religione implica una concezione dell’origine e del fine dell’essere, una idea del bene e del male e una particolare visione dell’essere umano; dunque una ontologia, un’etica e una antropologia. Se la religione è a carattere teistico, implica anche una teologia, ossia una teoria su Dio e le sue caratteristiche. Cosa distingue la filosofia dalla religione? La risposta è appunto nella logica. La religione spesso giustifica le sue affermazioni ricorrendo alla rivelazione divina, e dunque all’autorità. I comandamenti della Bibbia, ad esempio, non sono presentati come una concezione etica risultante da un ragionamento, ma sono l’indiscutibile volontà di Dio. Al contrario, ogni teoria filosofica è sempre il risultato di un ragionamento. In filosofia nulla è affermato in base all’autorità, tutto dev’essere argomentato e dimostrato. Nulla dunque è dogmatico, ogni teoria può essere criticata, anche se nella storia della filosofia ci sono state teorie, come quella di Aristotele, che per molto tempo sono state considerate quasi indiscutibili. Questo atteggiamento antidogmatico è una caratteristica essenziale della filosofia.
Il rapporto tra la filosofia e la religione è complesso. Alcuni filosofi importanti che studieremo, come Agostino d’Ippona e Tommaso d’Aquino, sono considerati santi dalla Chiesa cattolica, e dunque in loro la ricerca filosofica è legata alla fede religiosa; ma la storia della filosofia è anche caratterizzata già nel mondo greco da pensatori accusati di essere contro la religione, e nell’età moderna molti filosofi sono stati perseguitati o uccisi (come Giordano Bruno e Giulio Cesare Vanini) perché le loro idee erano scandalose per la religione.
È da considerare inoltre che esiste anche la filosofia della religione, che si interroga sull'essenza e il senso della religione, con conclusioni molto diverse: alcune filosofie della religione affermano che essa è una dimensione originaria dell'essere umano, mentre altre vedono in essa uno strumento utilizzato a scopo di dominio e di controllo sociale.

Diversi stili filosofici 

La filosofia dunque è una disciplina che cerca di giungere a conclusioni valide usando in modo rigoroso il ragionamento logico. Il percorso è verificabile: chi studia una teoria filosofica può seguire tutti i passaggi e valutarli da sé, considerandoli solidi e convincenti o al contrario criticandoli. Non tutti i filosofi però seguono lo stesso stile logico ed argomentativo. Alcuni filosofi, alla ricerca del massimo rigore argomentativo, giungono ad adottare uno stile geometrico o matematico; altri al contrario cercano la profondità più che il rigore logico, scrivendo opere che sono al confine tra la filosofia e la letteratura. Alcune opere fondamentali della filosofia contemporanea, come Così parlò Zarathustra del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, appartengono a questa seconda categoria. In questo caso l’importanza del pensiero viene dall’audacia, dalla ricerca di nuove interpretazioni del mondo, più che del rigore logico e formale dei diversi passaggi del ragionamento.

A cosa serve la filosofia? 

Non è infrequente che la filosofia venga presentata come una disciplina che non persegue nessun fine reale, priva di utilità ma importante e nobile proprio per questo. In realtà nel corso della sua storia la filosofia ha sempre perseguito scopi, e spesso scopi di fondamentale importanza. Alcuni sono ancora attuali, altri sembrano distanti.
Alcuni dei primi filosofi greci, come Pitagora (il primo filosofo che, come vedremo, si è definito tale) o Platone, consideravano la filosofia come una pratica di liberazione. Nella loro visione l’anima è imprigionata nel mondo materiale e solo attraverso la ricerca filosofica può liberarsi a tornare alla sua origine divina.
Una concezione più attuale è quella che si afferma nel mondo ellenico, un’epoca nella quale filosofi come Epicuro o Zenone si chiedono in che modo possiamo vivere nel modo migliore la nostra vita, affrontando le sofferenze che essa inevitabilmente comporta.
Per altri filosofi più che liberarsi dal mondo, bisogna conoscere il mondo per dominarlo e sottometterlo ai nostri bisogni, in modo che cessi di rappresentare una minaccia e permetta il pieno sviluppo dell’umanità. Questa era, ed esempio, l’idea del filosofo inglese Francesco Bacone all’inizio dell’età moderna.
La filosofia inoltre è spesso stata, ed è ancora, critica sociale e culturale. Analizzando la società, il filosofo scopre che essa è organizzata male, piena di ingiustizie e di forme di sfruttamento, e per questo attacca coloro che sono al potere e le concezioni che giustificano e sostengono la disuguaglianza. In questo caso la filosofia mira al cambiamento sociale o alla rivoluzione. È questa la concezione della filosofia dei pensatori dell’Illuminismo, che hanno preparato la Rivoluzione francese, ma anche del filosofo tedesco Karl Marx, il fondatore del comunismo.
È dunque possibile individuare almeno quattro scopi della filosofia:
– Liberare l'anima dal ciclo delle rinascite e in generale dalla condizione di alienazione in cui si trova in questo mondo.
– Indicare la via che conduce ad una vita felice.
– Indicare la via che ci consente di conoscere il mondo per dominarlo.
– Criticare la società per creare una società migliore.

Filosofia e situazione 

Proprio dal pensiero di Marx proviene una considerazione che è della massima importanza per lo studio della filosofia. Ogni filosofo è inserito in un particolare contesto sociale ed economico, alla luce del quale occorre considerare il suo pensiero. Le filosofie non sono espressioni astratte del pensiero, ma sono anche, se non del tutto, manifestazioni del particolare modo di essere – che vuol dire, anche, dell’economia – di un’epoca. È anche per questo che le filosofie cambiano nel tempo: perché cambia l’economia, cambiano le classi sociali, e di conseguenza cambia la visione del mondo. Al tempo stesso, però, molte filosofie hanno un valore che va al di là della situazione in cui sono nate: un filosofo di molti secoli fa può avere ancora molte cose da dire oggi, nonostante le condizioni di vita siano cambiate in modo radicale.

Filosofia o filosofie? 

Una tesi diffusa vuole che la filosofia sia una espressione culturale tipica dell’Occidente. Non esisterebbe dunque una vera e propria filosofia in Oriente; vi sono, certo, espressioni del pensiero, ma si tratta di forme più mistiche e religiose che realmente filosofiche. Questa tesi giustifica dunque lo studio scolastico della sola filosofia occidentale, non avendo le idee diffuse presso altri popoli alcuna rilevanza filosofica. Se anche non si può negare che esista una attività di pensiero universale, espressione della stessa razionalità umana, tuttavia quel modo particolare di esercitare il pensiero che va sotto il nome di filosofia è una creazione originale e propria dell’Occidente.
A questa tesi si possono fare diversa obiezioni. La prima è che, come abbiamo visto, la stessa filosofia occidentale è stata ed è molte cose diverse. Due filosofi occidentali possono essere più distanti tra di loro che un filosofo occidentale e uno orientale. La seconda è che non ha molto senso dire che la filosofia è solo occidentale dal momento che è nata in Occidente ed ha caratteristiche proprie. Seguendo questo modo di ragionare, bisognerebbe negare che esista una architettura orientale, dal momento che il concetto di architettura è occidentale e le costruzioni occidentali hanno uno stile caratteristico, diverso da quelle orientali o islamiche. Se consideriamo con attenzione culture come quella indiana o cinese, ci accorgiamo che in esse si trovano le stesse domande della filosofia occidentale, e che anche i metodi spesso non sono così distanti; molto sviluppata in India è, ad esempio, la logica. Sembra più corretto considerare la filosofia occidentale come la manifestazione di una ricerca di significato che è universale; questo atteggiamento porta anche a scoprire punti di contatto significativi e interessanti tra pensatori di tradizioni e culture diverse.
Studiare in parallelo la filosofia occidentale, quella indiana, quella cinese e così via è impossibile. Quello che si cercherà di fare sarà proprio l’analisi di questi punti di contatto. Nel percorso di analisi della filosofia occidentale si apriranno continue finestre interculturali, che hanno lo scopo di mostrare che anche in altre culture esistono espressioni del pensiero degne di attenzione e di rispetto.